Nel 1939 a Catania un gruppo di omosessuali veniva prima arrestato e in
seguito sottoposto a una serie di interrogatori e di umilianti ispezioni
corporali condotte sulla base di supposizioni scientifiche che, dalla fine
dell' 800 in poi, avevano tentato di definire l'omosessualità come una
patologia riconoscibile attraverso esami clinici. I circa quaranta Catanesi
venivano quindi spediti al confino comune sull'isola di Ustica. Intanto, non
solo a Catania ma in tutta l'Italia, un crescente numero di omosessuali
veniva mandato in varie località di confino nel tentativo di arginare quello
che era ritenuto come un pericolo incombente per la morale nazionale e il
disegno fascista della creazione di un uomo nuovo dedito ai valori della
famiglia e dello stato.