04/07/2008 - Giornale di Sicilia - SIMONETTA TROVATO
Intervista a Debora Inguglia
Set a Ustica sui gay deportati
Si gira un docu-fiction
A Ustica li chiamavano Marusca, che perlomeno suona meglio di froci o puppi. Loro, gli omosessuali della Sicilia anni Trenta, ne andavano fieri: il loro essere diversi non era nascosto, piuttosto sottointeso come diversità intellettuale. Le donne, loro no, in questo campo non esistevano: le lesbiche erano considerata streghe, pazze, isteriche da internare.
A Catania esistevano persino le balere per soli uomini, facevano gruppo, si univano per controbilanciare la vita, erano tollerati, magari soltanto accusati di pederastia passiva che di per sè non si configura come reato. Tutto cambia nel 1939: il regime fascista rompe ogni equilibrio, il questore di Catania, Alfonso Molina decide che i pederasti meritano il confino. Un gruppo di circa quaranta omosessuali viene prima arrestato ed in seguito sottoposto ad una serie di interrogatori e di umilianti ispezioni corporali, di stampo lombrosiano, condotte sulla base di supposizioni scientifiche che, dalla fine dell’800 in poi, avevano tentato di definire l’omosessualità come una patologia riconoscibile attraverso esami clinici.
Dunque,il confino. In un’isola, ovviamente. Viene scelta Ustica, che già riceve gli esiliati politici. Da qui parte Isola Nuda, docu-fiction, che sta girando la giovane registra palermitana Debora Inguglia, prodotta da Visionaria di Silvia Scerrino, con un finanziamento della Film Commission della Regione Siciliana.
Docu-fiction, ovvero né documentario né fiction ma, seguendo l’esempio anglosassone (la Inguglia vive a Londra da otto anni), un prodotto cinematografico autonomo. ' Non ne posso più dei documentari a tesi – spiega la registra – o che nascono per dimostrare un dato. Noi non vogliamo dimostrare nulla, ma partiamo da un fatto realmente accaduto e ri-andiamo indietro nel tempo, raccogliendo le memoria di chi allora era un bambino, documenti e sensazioni che sono rimasti sull’isola'. Cercare gli anziani di Ustica, ascoltare da loro come furono accolti i marusca, o respirare da loro il clima del tempo.
'Sono affascinata dai racconti di chi c’era, della memoria che viene e va, magari va solo sollecitata, pronta a riferire un universo lontano che spesso è stato coscientemente rimosso'.
I quarantasei catanesi incatenati e ammucchiati come criminali colpevoli di un reato a loro ancora sconosciuto, vennero spediti a Ustica nel tentativo di arginare quello che era ritenuto come un pericolo incombente per la morale nazionale e per il disegno fascista di creazione di un uomo nuovo dedito ai valori della famiglia e dello Stato.
'Il pederasta “riceveva” il rapporto, quindi era quasi una donna,passiva, remissiva; mancava di virilità, quindi andava contro la decenza pubblica – continua Debora Inguglia; i 46 esiliati erano braccianti, contadini, operai, barbieri, non c’era un solo intellettuale; anzi i confinati politici di Ustica li accolsero molto male, dimostrando vere discriminazioni omosessuali'.
Le riprese sono in corso a Ustica, poi la postproduzione e la scelta delle musiche originali, poi i festival: la docu-fiction andrà a Torino, Trieste e Rotterdam. A seguirla nel suo viaggio, incontri e dibattiti, in programma a novembre nei licei di Catania, Palermo e Messina.